Un libro e una tazza di tè: Città di carta
Autore: John Green
Casa Editrice: Rizzoli
Pagine: 391 pagine
Provo un amore-odio per John Green.
Ho letto “Colpa delle stelle”
due volte e l'ho amato maggiormente nella rilettura. Quel libro riesce a
trasmettermi mille emozioni e mi smuove l'anima. Ma la scorsa estate, quando ho
acquistato 'Teorema Catherine',
mi ha veramente deluso e la lettura proseguiva veramente a fatica. Giunta al
termine non mi ha lasciato molto. Poi, qualche tempo fa, ho deciso di comprare
e leggere 'Paper Towns' (alias Città
di carta) ed è stato amore sin dal
prologo.
La storia di Quentin e Margot è particolare e originale, almeno per mio
pensiero personale.
L'amore di Quentin per la sua amica
d'infanzia traspare fin dalle prime righe. È impossibile non notarlo o
evitare di entrare in questa bolla magica che accompagna il lettore lungo tutta
la storia.
Margo e Quentin sono amici fin dall'infanzia. Un giorno, in Jefferson Park, durante una delle
solite pedalate, trovano il corpo
di un uomo morto appoggiato al tronco di un albero.
Da quel giorno il rapporto tra i due
subisce una svolta. I protagonisti prendono strade diverse che appartengono
a mondi diversi che non riescono a
trovare nulla in comune.
E poi.. poi Margo, proprio come molti anni prima, bussa alla finestra di Quentin
e lo rende complice di una serie di
avventure-vendette nella notte.
Sembra che le due strade abbiamo ripreso a viaggiare vero la stessa direzione
eppure John Green sa stupire il lettore. Con la promessa di rivedersi il giorno dopo Quentin, seppur stanco,
si reca a scuola ma il banco della sua
amica è vuoto. Margo sembra sparita, sembra andata via proprio come ha già
fatto in passato. Ma Quentin non vuole crederci…
“Margo always loved
mysteries. And in everything that came afterward, I could never stop thinking
that maybe she loved mysteries so much that she became one”
Margo si trasforma nel mistero. Il
mistero che ha sempre tanto amato e analizzato nel corso della sua vita. Quentin non vuole arrendersi all’idea che
Margo sia fuggita per noia, anzi. Un giorno, decide di ispezionare la
camera dell’amica per trovare un indizio su dove possa essere andata, proprio
come aveva fatto le volte precedenti. Questo suo periodo di ricerche, la lettura
quasi ossessiva di “Leaves of Grass” di Walt Withman, tomo trovato in
camera di Margo lo porta ad avere il tetro presentimento che lui possa
ritrovarla morta.
Ho trovato molto emozionante vivere questa “avventura” con Quentin. Ho sospirato assieme a lui, riflettuto,
riletto mille volte gli stessi versi che hanno tormentato il protagonista per
riuscire a cogliere l’indizio mancante.
Quentin alla fine, trovato il tassello mancante, decide di partire in un
viaggio lungo più di 1000 km assieme a due suoi amici e a Lacey, amica di
Margo, per trovarla. È stato
davvero difficile per me immaginarmi al loro posto, senza aver comunicato bene
ai miei genitori i miei piani. Eppure, questa è la parte più bella del libro. I “capitoli” sono suddivisi in ore e
dall’analisi psicologica dei personaggi il lettore viene a contatto con la
semplicità dei gesti di un gruppo di adolescenti.
Il finale mi ha stupito. Mi sarei aspettata un finale differente e nel leggere le ultime frasi il
mio cuore sembrava dovesse uscire dal petto tanto batteva forte. Non mi sarei potuta nemmeno immaginare però
un finale differente pensando a John Green.
Devo dire di aver odiato fortemente Margo. Probabilmente non l'ho nemmeno compresa
totalmente. John Green è stato abile nel creare un personaggio davvero
complesso da analizzare.
Ho, invece, apprezzato il personaggio di Quentin per quanto sembrasse
totalmente inadatto nel mondo di Margo. È vero che gli opposti non sono fatti
per stare assieme, ma i due personaggi,
senza saperlo, si completano.
Quentin in questa sua
“avventura” è sempre accompagnato da due figure per lui essenziali: Ben e Radar. Ben è il ragazzo
spensierato, più “stupido” dei tre. Radar, invece, del trio è quello più
informato, studioso, colui che sa scovare anche i minimi dettagli tra le righe.
Questo libro non è un semplice
Young Adult perché ha molteplici
spunti di riflessione. È un romanzo che dovrebbero leggere soprattutto gli
adolescenti per comprendere meglio il proprio percorso di vita. Infatti l’analisi dei personaggi è davvero
interessante: ci capita davvero poche volte di riflettere sulle persone che
conosciamo e sul fatto che la maggior parte degli incontri che facciamo
avvengono con persone che si sono costruite un personaggio, persone fatte di
carta che agiscono diversamente in base alla società, al pensiero, alla moda e
magari nascondono il proprio io interiore tra le mura della loro camera. È per
questo che risulta difficile comprendere Margo, anche se non lo è per Quentin.
Sono davvero felice di aver letto questo
romanzo e non vedo l’ora di avere la
possibilità di addentrarmi in un’altra storia di John Green.
Voi cosa ne pensate?
Io ho letto appena uscito "Colpa delle stelle" e, fino ad ora, è stato l'unico libro di John Green che ho letto. Città di carta è in lista ma dalla tua stupenda e dettagliata recensione spero sarà una delle prossime letture *-*
RispondiEliminaGraziee
Merita tantissimo *_*
EliminaL'ho letto un po' di tempo fa è mi è piaciuto tanto :)
RispondiEliminaP.s ti ho nominata nel TDB http://ilibrilospecchiodellanima.blogspot.it/2016/05/il-tag-del-book.html
Grazie Mille per la nomina :)
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