Pillole Cinematografiche : Dieci inverni
Ben trovati lettori!
Per il secondo appuntamento di "Pillole cinematografiche", vi parlo di un film italiano non troppo conosciuto : Dieci inverni. Come al solito, prima di parlarne, vediamone i dettagli tecnici.
Regia : Valerio Mieli
Anno : 2009
Durata : 99 minuti
Genere : Sentimentale
Sceneggiatura : Isabella Aguilar, Davide Lantieri, Valerio Mieli con la supervisione di Federica Pontremoli e Andrej Selivanov
Fotografia : Marco Onorato
Cast : Isabella Ragonese, Michele Riondino, Glen Blackhall, Sergej Zhigunov
Per prima cosa vi dico come sono venuta a conoscenza di questo film e per farlo uso una frase ordinaria che avrete sentito chissà quante volte, ossia "Il primo amore non si scorda mai". Ebbene sì, questo film mi era stato consigliato da una mia vecchia (e prima) fiamma che in principio mi aveva fatto innamorare di Vinicio Capossela e poi mi ha consigliato di vedere questo film, in quanto vi è una canzone di Capossela ("Parla piano") che canta egli stesso durante un cameo.
Trama
Novembre 1999. Camilla ( Isabella Ragonese, "Il cosmo sul comò", "Viola di mare", "Il giovane favoloso") è una giovane studentessa di Slavistica all'Università di Venezia che, dopo le raccomandazioni del padre, arriva in città e deve subito correre contro il tempo per non perdere l'ultimo traghetto che la porta nella sua nuova casa. Sul vaporetto fa l'incontro con uno strambo ragazzo
(Michele Riondino, conosciuto soprattutto per il ruolo di Montalbano nella serie televisiva de "Il giovane Montalbano") che oltre a viaggiare con una pianta di kaki in un vaso, approfitta di un momento di distrazione della ragazza per prenderle libro, occhiali e cappello ed atteggiarsi come lei. Riprese le sue cose, Camilla scende alla fermata del vaporetto, dove scende anche quest'altro ragazzo. Arrivata nella sua "nuova" casa (perchè di nuovo c'era ben poco) non ha nemmeno il tempo di sistemarsi che qualcuno bussa alla porta e questo qualcuno è proprio il "portatore della pianta di melograno" incontrato poco prima e che, avendo sbagliato fermata e perdendo l'ultimo vaporetto per tornare indietro, le chiede di potersi fermare durante la notte. I due cominciano a parlare e così Camilla scopre che quel giovane ragazzo scanzonato si chiama Silvestro. Sembrano molto diversi l'uno dall'altra : Camilla, ragazza di non molte parole, timida, riservata, dimostra di essere sicura per quanto riguarda il suo percorso di studi in Slavistica, mentre Silvestro, ragazzo dalla parola facile, dalla battuta sempre pronta ed estroverso, dice che proverà un po' quello che gli capita, facendo un elenco delle più disparate facoltà. La mattina dopo, Silvestro decide di andarsene, dopo aver tentato di dare un bacio a Camilla che finge di dormire. I due si salutano incuranti, come due persone sicure che non avranno più nulla a che fare l'una con l'altra. Quando Camilla, sulla spiaggia, tenta di avvicinare Silvestro, lui se ne va con degli amici, con la pretesa che sia lei ad andare da lui. Camilla si ferma, non lo segue e i due vanno ognuno in una parte opposta. La scena dopo cambia: Dicembre 2000. Camilla incontra Silvestro , iscrittosi a Botanica, dopo quasi un anno che non si vedono, durante una festa nell'appartamento di lui, dove lei è andata solo per seguire un professore di Russo e l'interprete, che si rivela essere la ragazza di Silvestro, cosa che Camilla non si aspettava. Febbraio 2002. Silvestro e Camilla accompagnano Liuba, la ragazza di Silvestro, in ospedale a causa di un piccolo incidente. Rimangono in cucina a parlare tutta la notte e Camilla scopre che la prima volta che si sono incontrati, Silvestro non aveva sbagliato fermata, ma era sceso perchè era scesa lei. Si sente che tra di loro c'è una sorta di legame, di filo sottile che li lega, ma che nessuno dei due ha il coraggio di portare allo scoperto. Camilla parte il giorno stesso per Mosca e Silvestro, nel salutarla, non nasconde la sua espressione triste. I due ragazzi cominciato a scriversi e-mail per tenersi compagnia e per raccontarsi le proprie vite. Nei sette inverni, nonché nei sette anni, che passeranno, le vite di Camilla e Silvestro si intrecceranno, senza però mai legarsi davvero. Camilla, dopo una relazione con un professore di Mosca ( Sergej Zhigunov), che farà scattare in Silvestro una scenata di gelosia, si fidanzerà con Simone (Glenn Blackhall) dal quale avrà anche una figlia. Silvestro avrà delle relazioni passeggere, ma ci sarà sempre qualcosa dietro l'angolo a ricordargli Camilla. Alla fine del film, dopo dieci inverni, i due protagonisti, si ritroveranno ad affrontare la stessa situazione dell'inizio, ma stavolta da uomo e donna, con un bagaglio di vita ed esperienza sulle spalle, e non più come due giovani diciottenni alle soglie del loro futuro.
Vi dirò...
Quello che succede tra Camilla e Silvestro, prima giovani e poi uomo e donna, è un continuo rincorrersi, ritrovarsi e poi ricominciare a correre in direzione opposta. Da Matematica, quale sono, il loro comportamento mi ricorda quello che avviene tra due rette parallele : due rette parallele sono destinate a non incontrarsi mai, ma se lo fanno, lo fanno in un punto che è l'infinito.
Camilla rappresenta la classica ragazza che parte convintissima delle proprie scelte ma che poi, ad un certo punto, accantona, credendo di aver trovato qualcosa di meglio, poi ritorna in carreggiata e poi scantona ancora, arrivando a mettere in dubbio quello che ha fatto nel suo passato e concludendo che se fosse rimasta sui suoi passi e lasciandosi andare quando avrebbe dovuto farlo, forse la sua vita sarebbe stata diversa. Silvestro è l'esatto opposto di lei: non sa bene da cosa cominciare ma quando riesce a trovare quello che cerca e che gli piace, rimane sulla sua strada, ottenendo le cose che vuole, magari non proprio nei modi e nei tempi migliori.
Questa è una delle interpretazioni più belle della Ragonese per me, seconda solo alla sua parte in "Viola di mare".
Le musiche che accompagnano in questi 99 minuti di film, immergono negli sguardi, nelle emozioni e nelle sensazioni che intessono la vita e i gesti dei due protagonisti.
La fotografia, curata da Marco Onorato che ci ha lasciati nel 2012, è un qualcosa di particolare. Se ci si soffermasse su qualche scena, non c'è fotogramma che non meriterebbe un quadretto.
Riprendendo quello che ho detto all'inizio e quanto avevo detto nella mia presentazione, non sarei mai venuta a contatto con questo film se non fosse stato per qualcun'altro e per il mio amore per Capossela e devo dire che questo per me è un piccolo capolavoro del Cinema Italiano anche se non è molto conosciuto. E' stata una vera sorpresa e spero che, per quelli che vorranno vederlo, sia lo stesso.
Voto : 8/10
Chi dovrebbe vedere questo film :
- gli inguaribili romantici e chi crede che "bisogna dare tempo al tempo";
- chi pensa che il Cinema italiano sia tutto da buttare perché forse con questo film si potrebbe ricredere (se non si ricrederà, chiedo perdono);
- chi ha letto/vuole leggere il romanzo scritto da Valerio Mieli ed uscito poco dopo l'uscita del film.
Chi NON dovrebbe guardare questo film : è difficile da dire, perchè credo che possa piacere a tutti, anche a chi è allergico ai film che parlano d'amore. Forse gli unici che proprio non dovrebbero vederlo sono i riluttanti nei confronti del Cinema italiano (anche se a quelli consiglio quanto detto sopra) e i cinici.
Spero di non avervi annoiato con tutte queste mie parole e se vorrete parlare di questi "Dieci inverni", sarò qui per voi!
A presto,
Mavi
Ciao, bella recensione:) Non ho mai visto il film ma mi hai incuriosita, se non fosse che, dalla trama, mi ha un po' ricordato "One Day". No, non ho mai visto neanche quello, però conosco un po' la trama e ho fatto subito l'associazione. Nel caso l'avessi visto, è vero? Un saluto:)
RispondiEliminaCiao! :)
EliminaNo, non ho mai visto "One Day" anche se è da tempo che vorrei leggere il libro e vedere il film e purtroppo non so nemmeno la storia a grandi linee, quindi non ti posso dire se ha delle similitudini con questo.
Grazie mille per il tuo commento! :)
Un caro saluto a te!