Le letture di Jenny & Yle: L'amico ritrovato
Lettrici e lettori,
Quel che ne pensa Yle
Finalmente, dopo mesi, ritorna la rubrica delle letture condivise di Jenny&Yle. Siamo state entrambe molto impegnate con l'università e quindi abbiamo faticato a organizzarci. Ma torniamo più cariche di prima a parlarvi di un grande classico: L'amico ritrovato di Fred Uhlman.
92 pagine 7€ edizione cartacea 4.99€ edizione ebook |
Quel che ne pensa Yle
Quando
Jenny mi ha proposto di riprendere le letture comuni, la prima cosa che ho
detto è stata “A me va benissimo, basta siano letture corte perché ho molto da
studiare”.
L’amico
ritrovato è una lettura che si porta a termine nel giro di un’oretta e qualcosa. Una
novella, più che un romanzo, che colpisce l’anima del lettore.
La
prosa di Fred Uhlman è davvero poetica. Il lettore rimane colpito dal fiume di
parole che si armonizzano così bene in pagina. Le prime righe conquistano tutta
l’attenzione:
“Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932
per non uscirne mai più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di
novemila giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso
tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie
secche su un albero inaridito.”
Chi
non rimarrebbe colpito da queste frasi così cariche di emozioni?
È
impossibile.
Il
tema della novella è davvero delicato. Solitamente, non mi accosto a letture
del genere perché sono una persona molto sensibile ma Fred Uhlman dà la
parola ad un adulto che vede il mondo con gli occhi del bambino che è stato.
Una visione ingenua, pura e fanciullesca che rende “dolce” anche un tema così
atroce.
I
protagonisti sono Hans Shwarz, figlio di un medico ebreo, e Konradin, conte di
Hohenfels.
“Non ricordo esattamente quando decisi che
Konradin avrebbe dovuto diventare mio amico, ma non ebbi dubbi sul fatto che,
prima o poi, lo sarebbe diventato”
Fred
Uhlman con maestria racconta l’evoluzione dell’amicizia tra i due personaggi.
Un’amicizia che sembra da un lato la cosa più naturale del mondo e dall’altro
una cosa inconcepibile.
Sono
rimasta particolarmente colpita dal cambiamento in seno al personaggio di Hans
a seguito del legame nato con Konradin.
La
narrazione è sempre in prima persona e racconta con dettaglio ogni evento. Il
lettore, immancabilmente, prova le stesse emozioni di Hans e riflette sugli
stessi argomenti.
“Era il mio mondo, un mondo in cui mi
sentivo totalmente al sicuro e che, ne ero certo, sarebbe durato in eterno. […]
Per me niente aveva importanza oltre al fatto che quello era il mio paese, la
mia patria, senza inizio né fine, e che essere ebreo non era in fondo diverso
che nascere con i capelli neri piuttosto che rossi. Eravamo prima di tutto
svevi, poi tedeschi e infine ebrei”.
Per
Hans la Germania è la sua casa. È innamorato del paese in cui è cresciuto e non
riesce a pensare che possano nascere dei problemi. Conosce però come sta
cambiando la sua Germania ma vive rassicurato dalle parole pronunciate da suo
papà in un momento di collera contro un sionista:
“Per niente. Conosco la mia Germania. Non è
che una malattia passeggera, qualcosa di simile al morbillo, che passerà non
appena la situazione economica accennerà a migliorare.”
L’amicizia
tra i due personaggi sembra non essere turbata da nessuna nuvola quando un
giorno cominciano dei comportamenti strani da parte di Konradin.
Un
invito a casa negato, un saluto mancato, opinioni diverse.
Hans
si accorge che Konradin lo ha invitato a visitare la sua camera solamente nelle
volte in cui i genitori non erano presenti a casa; ha notato l’imbarazzo e il
disagio provato dal suo amico nel passargli vicino al cinema senza poterlo
salutare. Qualcosa non va. E in un secondo, in un battito di ciglia, tutto
crolla.
La
Germania nazista non lascia scampo. Un tedesco non può essere amico di un
ebreo.
“Continuammo a frequentarci […]. Ma sapevamo
che le cose erano ormai cambiate e che quell’episodio era l’inizio della fine
della nostra amicizia e dell’adolescenza”.
E
infine, giunge il male. Il veleno si insinua in ogni crepa e distrugge tutto. Per
questo motivo i genitori di Hans, decidono di mandarlo in America, a casa di
parenti, fino a quando la situazione non sarebbe tornata alla normalità.
“Il
lungo e crudele processo che mi avrebbe portato a perdere le mie radici era
iniziato […]”
Gli
ultimi capitoli vedono un Hans adulto. Un Hans ormai uomo americano da
trent’anni.
Mi
dispiace aver usato così tante citazioni, ma questo libro mi ha rapito il
cuore. Ho adorato ogni singola pagina. È stato davvero emozionante.
Lascio
a voi scoprire il finale…
Quel che ne pensa Jenny
Volevo leggere questo classico da tanto tempo, essendomi stato consigliato da molti lettori di cui mi fido. Le aspettative erano, perciò, alte e non sono state deluse.
L'amico ritrovato narra l'amicizia allo stato più puro che si può trovare. E' l'amicizia tra due giovani, innocenti, che ancora non hanno incontrato il difficile mondo degli adulti, fatto di compromessi, pregiudizi, stupide regole sociali a cui sottostare. Semplicemente si vogliono bene, senza chiedersi se sono fatti per condividere questo sentimento.
Nonostante questo sincero sentimento si trova a fronteggiare un intero mondo di pregiudizi e stereotipi, attraverso la storia e attraverso i continenti, la sincerità fanciullesca vince.
Ho apprezzato davvero molto il messaggio di speranza e amore sincero che lancia. La prosa di Uhlman è delicata, semplice e profonda allo stesso tempo. Le vicende catturano il lettore per il loro essere comuni a tutti gli esseri umani. Pur essendo tematiche fondamentali su cui riflettere, Uhlman non appesantisce mai i cuori dei lettori, ma anzi li conduce gentilmente nel viaggio per ritrovare il sentimento sincero e puro tipico dell'infanzia.
Voi avete letto questo romanzo breve? Cosa ne pensate?
Con questo è tutto! Torneremo prossimamente con Il Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett.
Jenny e Yle
Quel che ne pensa Jenny
Volevo leggere questo classico da tanto tempo, essendomi stato consigliato da molti lettori di cui mi fido. Le aspettative erano, perciò, alte e non sono state deluse.
L'amico ritrovato narra l'amicizia allo stato più puro che si può trovare. E' l'amicizia tra due giovani, innocenti, che ancora non hanno incontrato il difficile mondo degli adulti, fatto di compromessi, pregiudizi, stupide regole sociali a cui sottostare. Semplicemente si vogliono bene, senza chiedersi se sono fatti per condividere questo sentimento.
Nonostante questo sincero sentimento si trova a fronteggiare un intero mondo di pregiudizi e stereotipi, attraverso la storia e attraverso i continenti, la sincerità fanciullesca vince.
Ho apprezzato davvero molto il messaggio di speranza e amore sincero che lancia. La prosa di Uhlman è delicata, semplice e profonda allo stesso tempo. Le vicende catturano il lettore per il loro essere comuni a tutti gli esseri umani. Pur essendo tematiche fondamentali su cui riflettere, Uhlman non appesantisce mai i cuori dei lettori, ma anzi li conduce gentilmente nel viaggio per ritrovare il sentimento sincero e puro tipico dell'infanzia.
Voi avete letto questo romanzo breve? Cosa ne pensate?
Con questo è tutto! Torneremo prossimamente con Il Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett.
Jenny e Yle
Ho sentito molto parlare di questo classico, ma non gli ho mai prestato molta attenzione. Dopo aver letto le vostre opinioni in merito, ho deciso che non posso non leggerlo. Le citazioni che hai inserito, Yle, mi hanno colpita molto, motivo in più per leggerlo ^^
RispondiEliminaè una lettura molto breve! Io non amo particolarmente i libri che parlano di guerra ma questo romanzo mi ha veramente cambiato :) Un libro "leggero" sebbene tratti di temi veramente pesanti. Una lettura veloce... Io ti consiglio di dargli una possibilità ;)
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