Sogni su pellicola - The Call of Cthulhu (film)

Signori e signore, venite a scoprire la più grande invenzione del XX secolo, il cinematografo!
Oggi voglio recensire un film molto particolare.
Si tratta di un’opera realizzata nel 2005 ma girata seguendo lo stile dei film muti dei primi anni del ‘900 (quindi con interruzioni di scena per far comparire la finestra del dialoghi), ovviamente in bianco e nero. Questo sia per rispecchiare l’epoca in cui il film è ambientato, sia per cogliere appieno le atmosfere del racconto da cui è stata tratta la vicenda, cioè
The Call of Cthulhu,  (Il richiamo di Cthulhu),  di H.P. Lovecraft.

Senza ulteriori indugi, iniziamo!



Titolo The Call of Cthulhu
Regista Andrew Leman
Sceneggiatura Sean Branney
Attori principali  Matt Foyer, John Bolen, Ralph Lucas, Chad Fifer, David Mersault
Genere  Horror. Film muto
Durata 47 minuti







Trama
La storia, con alcune variazioni, riprende la trama del celebre racconto dello scrittore di Providence. Per chi non la conoscesse la riassumo brevemente.
Mentre un uomo, interpretato da Matt Foyer, sta riordinando i carteggi di suo zio, da poco deceduto, si imbatte in alcuni indizi raccolti dal defunto riguardanti un misterioso orrore sepolto sui fondali marini, pronto a ridestarsi quando “le stelle saranno allineate”. Sfogliando questi appunti il protagonista, divenuto una sorta di narratore all’interno del film,  scopre tre diversi fili conduttori contenuti in queste note, tutti collegati alla misteriosa creatura.
Una prima vicenda riguarda un artista locale, Henry Wilcox, divenuto improvvisamente vittima di incubi deliranti su ciclopiche città, che lo portano a creare una grottesca scultura  raffigurante uno strano mostro con le sembianze di piovra.  Questi incubi sono iniziati improvvisamente (si scoprirà poi che tutto è partito in seguito ad un misterioso terremoto avvenuto in mezzo all’Oceano Pacifico), per poi altrettanto improvvisamente finire.
La seconda vicenda raccontata dal protagonista riguarda un ispettore di polizia, chiamato Legrasse , che conduce una retata di polizia contro alcuni pazzi nelle paludi del Missouri. Particolare inquietante è che queste persone, a quanto pare facenti parte di un immorale culto senza nome, compivano i loro riti vicini ad una statuetta del tutto simile a quella creata da Wilcox. Fulcro di questi rituali era una strana preghiera in una lingua sconosciuta, che secondo i testimoni suona all’incirca così: Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn.
La statuetta ritrovata in questo caso però è molto antica, tanto che nessuno degli archeologi e antropologi interrogati dall’ispettore sono in grado di riconoscerne lo stile e la provenienza.
            Infine gli ultimi appunti del defunto zio portano il protagonista/narratore a svelare una vicenda contenuta in alcuni ritagli di giornale, che parlano di una nave mercantile ritornata da un viaggio del pacifico con solo due superstiti a bordo, uno dei quali completamente impazzito per qualche evento misterioso.
A questo punto finisce la prima parte del film. Da questo momento in avanti il protagonista sfrutterà queste tracce per cercare di chiarire questo mistero che tanto aveva incuriosito lo zio.
E per evitarvi anticipazioni rivelatrici non vi dirò altro, se avete già letto il racconto da cui è tratta la vicenda saprete come va a finire, altrimenti guardatevi il film. (Fatelo in ogni caso, che merita, e ci son alcune gustose differenze rispetto alla controparte cartacea).

Le mie considerazioni
Per quanto riguarda le mie personali considerazioni, devo fare un importante distinguo tra chi conosce Lovecraft e chi non lo conosce.
Per i primi, la visione di questo film è imperativa. Nonostante alcune modifiche alla trama, necessarie per il passaggio da carta a pellicola, la pellicola rende benissimo l’atmosfera onirica e inquietante del racconto “Il richiamo di Cthulhu”. La scelta poi di girare tutto come i film di inizio secolo permette ancor meglio di calarsi nei reami da sogno ideati dal Maestro di Providence.
Gli effetti speciali, volutamente grezzi per non stonare con la decisione di realizzare l’opera in questo modo, non fanno sorridere come ci si potrebbe aspettare, ma coinvolgono lo spettatore, come avrebbero fatto con una persona vissuta negli anni ’20. 
Molto azzeccata la colonna sonora, molto importante, ovviamente, per un film muto: coinvolgente ma mai invadente. 
L’atmosfera disturbante, il senso di inquietudine che si prova nel leggere l’opera di Lovecraft, la si ha anche vedendo questo film: è quindi un esperimento perfettamente riuscito, che personalmente ho adorato.
E poi diciamocelo, chi non vorrebbe vedere il Grande Cthulhu muoversi su uno schermo televisivo?
            Per chi invece non conosce questo eccellente autore consiglio comunque la visione, anche se probabilmente il film verrà goduto molto meno. La storia è interessante, e le scene sono molto ben curate, ma gli ovvi limiti di un film muto girato in b/n potrebbero risultare noiosi a chi non ha già un particolare interesse per l’opera.
Infine voglio fare un ringraziamento particolare alla H. P. Lovecraft Historical Society, che ha permesso la distribuzione dell'opera.

Cosa consiglio
Di guardarlo vestiti da cultisti con di fianco una statuetta di Cthulhu. Soprattutto in una serata invernale, quando magari fuori piove.

Cosa non consiglio
Di guardalo quando le stelle non sono allineate. O di guardarlo aspettandosi un moderno film horror con effetti speciali all’avanguardia e scene splatter.



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