Un libro e una tazza di tè: Black Ice
Titolo: Black Ice
Autore: Becca Fitzpatrick
Casa editrice: Piemme
Pagine: 360
Nel mese di Marzo, il gruppo “Il salotto dei ColorLettori” ha
scelto come tema il thriller e, grazie al consiglio di Rory (se non ci fosse
lei sarei persa), ho deciso di leggere “Black Ice”. Non ero molto felice per la
scelta del tema, ma ho ricevuto un buonissimo consiglio. (Per inciso, se ancora
non siete follower del suo blog, passate a visitare “Il colore dei libri”).
Black Ice non è proprio un thriller ma viene definito un “Romantic
Thriller / young mistery”. Non è un genere che amo particolarmente, anzi tendo proprio ad
evitarlo perché sono una persona molto sensibile e impressionabile.
Ho condiviso la lettura con Martina, una mia cara amica e,
considerati i nostri gusti, abbiamo avuto tendenzialmente le stesse opinioni.
Appena iniziato il libro, ho pensato “Mai più” ma devo
ammettere che proseguendo nella lettura sono rimasta piacevolmente colpita. La
mia recensione non vuole essere troppo critica ma nemmeno tutta rose e fiori
perché ci sono delle cose che proprio non tornano durante la lettura.
Ma
veniamo alla trama.
Britt ha passato più di un anno ad organizzare le sue
vacanze: l’escursione sul Teton Range assieme alla sua migliore amica, Korbie.
Tutta la serenità di Britt, però, viene distrutta quando scopre che il fratello
dell’amica, Calvin, suo ex, trascorrerà le vacanze con loro.
La mattina, prima di partire, Britt incontra Calvin alla stazione di servizio e,
in un momento di rabbia e confusione, finge di essere fidanzata con Mason, un
ragazzo che si trova “sembra” nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Britt,
consapevole della bugia e stupita dalla complicità di questo ragazzo è pronta
per partire.
Sicuramente non si aspetta che altri eventi potranno distruggere tutti i suoi
piani. Le due ragazze, infatti, vengono sorprese da una tormenta durante il
tragitto. Costrette ad abbandonare la macchina, camminano tra una montagna di
neve e giungono ad una baita le cui luci sono accese, sembra un paradiso in
mezzo all’inferno, eppure non sanno che l’inferno deve ancora iniziare.
La trama sembra promettere bene per un thriller, ma a
lettura inoltrata e dopo una riflessione a posteriori si notano alcune lacune
che forse l’autrice non avrebbe dovuto lasciare.
Come ho già detto non sono molto esperta del genere ma credo
che scoprire il colpevole a metà libro sia davvero atipico. È un thriller, ma
non ci sono colpi di scena se non qualche attimo di ansia all’inizio della
storia. Da questo punto di vista della storia sono rimasta davvero delusa.
Durante la storia viene spesso nominato Bear, il ragazzo di
Korbie. Sembra che il ragazzo sia pronto a recarsi con le due ragazze a fare
trekking, ma fino all’ultima pagina non compare il personaggio. Sembra quasi
che l’autrice avesse concepito il personaggio e la trama, per poi decidere che
sarebbe diventato superfluo, eliminandolo quasi ovunque.
Le due protagoniste appaiono molto infantili per non dire
viziate. A tratti sono davvero insopportabili: Korbie è presuntuosa e si lamenta
per ogni cosa; Britt, se da un lato è in grado di badare a sé stessa e a
ragionare sulle cose importanti, spesso si perde a riflettere su un passato che
dovrebbe lasciarsi alle spalle. Insomma, continuare a leggere delle stesse
vicende più e più volte, rende la lettura in alcuni momenti quasi noiosa.
Come avete notato, le parti negative ci sono ma ciò che mi
ha fatto ricredere su tutto il romanzo è il finale. Non avrei potuto immaginarlo
in modo migliore. Ci ho sperato fin dal primo momento; ero sicura che ci
sarebbe stato qualcosa di simile ma non mi aspettavo ciò.
Penso che a farmelo
piacere sia stata la parte romantica del della storia.
Il libro l’ho letto molto velocemente perché è una lettura
veloce e tendenzialmente piacevole anche se, come ho già detto, non mi ha
coinvolto totalmente.
Voto:
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