Recensioni Settimanali - La fiera delle vanità

Oggi sono qui a parlarvi di un grande classico della letteratura inglese dell'800, che nel nostro paese è un po' meno famoso rispetto ad altri.



Titolo La fiera delle vanità
Autore William Thackeray
Editore Mondadori
Genere Romanzo, classico
Pagine 872
Prezzo 11€ (edizione cartacea) - 2.99€ (edizione ebook)



L'autore
William Masterpiece Thackeray nasce il 18 luglio del 1811, a Calcutta, e muore 24 dicembre 1863, a Londra. Inizia la sua carriera come giornalista presso la rivista Fraser's Magazine for Town and Country per la quale pubblicò critiche d'arte, opere brevi e anche Catherine e Le memorie di Barry Lyndon (che è entrato nella mia wishlist). Nel 1847 inizia a scrivere La fiera delle Vanità, che lo rese celebre.


Trama
(Dalla quarta di copertina) Progettato e iniziato intorno al 1844-45, pubblicato a puntate nel 1847, in volume l'anno successivo, La fiera delle vanità è il romanzo più noto di Thackeray. In queste pagine si narrano le vicende parallele di due donne molto diverse: Becky Sharp, tanto coraggiosa e intelligente quanto astuta, arrivista e priva di scrupoli, e la sua compagna di scuola Amelia Sedley, emblema di virtù ma anche terribilmente ingenua e un po' sciocca. Dominato da un garbato sarcasmo che a tratti si trasforma in un'ironia più feroce, La fiera delle vanità sconvolse la società letteraria vittoriana per la schietta descrizione della realtà sociale dell'epoca, che sia l'ambiente mondano londinese, quello esotico dell'India colonizzata, quello militare, rozzo e primitivo, oppure quello ipocrita e perbenista della Chiesa. Su questo molteplice sfondo si snoda con incredibile fluidità una narrazione dominata da molteplici personaggi. Manca, in questo romanzo, un eroe completamente positivo: al suo posto, per la prima volta, si muovono sulla pagina figure che non sono semplici manichini, ma uomini in carne e ossa.

Scusate se non è scritta di mio pugno, ma la trama del romanzo è veramente complessa e intrecciata e sarebbe impossibile scriverla senza spoilerarvi eventi. E vi assicuro che il minimo spoiler rovinerebbe non poco la lettura di questo capolavoro.

La mia opinione
Credo sia impossibile non apprezzare un romanzo così complesso e ricco di contenuti. La sferzante ironia con cui Thackeray costruisce la sua Fiera della Vanità (lo spettacolino di affanni e desideri quotidiani, in cui la società inglese si destreggiava nell'epoca vittoriana) colpisce per l'attualità che racchiude in sé. La superficialità di una vita dedita alla realizzazione mondana, per cui gli individui sono disposti a sacrificare amicizie e sentimenti sinceri, viene descritta senza filtri, metafore o giustificazioni. Thackeray rappresenta in moto spietatamente ironico cosa Becky Sharp escogita per ottenere un minimo di approvazione dalla società e come invece Amelia si fa scorrere la vita addosso, preda dei suoi sentimentalismi. Thackeray non risparmia nessuno: non un solo personaggio è eletto a paladino, eroe virtuoso, che con il suo agire porterà i retti valori della buona società inglese a spazzare via gli avanzi della Fiera. Al contrario, la buona società inglese è proprio la Fiera, che non risparmia nessuno: attira tutti con i suoi colori, i suoi eventi, le sue gioie e dolori.

Consigliato
A tutti coloro che amano la letteratura inglese dell'800 e di cui vogliono conoscere la vera essenza.

Stagione in cui leggerlo
Tutte.

Voto
4/5 perché è comunque una lettura difficile da affrontare (almeno lo è stata per me).

Commenti

  1. Ciao! Mi ha sempre incuriosito questo libro, dopo la tua recensione mi sa che lo leggerò.

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    1. è un libro che va letto, ma con la giusta consapevolezza! E' un bel mattoncino XD

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  2. Ciao Jennny! Questo è uno dei classici che vorrei leggere da sempre, e spero prima o poi di riuscire a recuperarlo ^_^

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    1. Ciao ^_^ leggilo, non te ne pentirai! E' davvero un libro ricco che lascia tanto al lettore! Fammi sapere la tua opinione, quando lo l'avrai letto :)

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  3. Libro bellissimo e grande scoperta di un classico che, come giustamente dici tu, in Italia non è molto considerato. Una narrazione sottile e crudelmente attenta, che non risparmia nè i personaggi nè i lettori!

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